Posted on 5, ago, 2008 in Esempi
Francia, Parigi, 26 settembre 1894, negli uffici dell’ambasciata tedesca, una domestica, in segreto pagata dal controspionaggio francese, svuotava un cestino della carta straccia.
Arrivarono così, al Ministero della Guerra francese, frammenti di una lettera strappata, che rivelava segreti militari da parte di un anonimo ufficiale francese.
Al fine di scoprire l’autore del tradimento, il Ministero, incarica due sedicenti grafologi (Paty De Clam e il colonnello D’Aboville) di trovare il responsabile.
Sotto l’occhio dello Stato maggiore i due grafologi dilettanti ritengono Alfred Dreyfus, capitano di artiglieria, di origine ebraica e con un pessimo carattere, l’autore della lettera.
Fu così, che nasce la Grafologia giudiziaria.
Con un errore giudiziario clamoroso, A. Dreyfus fu ritenuto colpevole e condannato ai lavori forzati, finché nel 1906, venne scagionato da una super perizia statistico-grafologica dell’illustre matematico Henri Poincaré.
Consulente di parte a favore di Dreyfus, fu Crepieux-Jamen, il quale concentra l’attenzione su sette caratteristiche della scrittura: pressione, forma, dimensione, continuità, direzione, velocità, impostazione. Creando così una griglia per compiere una comparazione grafologica e non una ricerca di semplici somiglianze di forma delle lettere.
In Italia dal 1500 in poi, l’accertamento della veridicità di una scrittura era stata svolta da calligrafi (esperti di bella scrittura) e copisti, cioè gli unici che si occupavano in qualche modo di scrittura.
Bisogna aspettare i primi del 1900 perché si cominci a guardare alla grafia in maniera diversa, non più come se fosse un disegno o atto grafico.
Con la vicenda dell’affare Dreyfus, avviene un vero e proprio scontro tra periti e ci si accorge dell’esigenza di metodo, di disciplina e di regole, in modo che si possa evitare errori giudiziari a causa di incompetenza o influenze e interessi esterni (politici, etnici, sociali, ecc…).
Nei decenni a seguire, gli studi sulla grafia come disciplina, si moltiplicano in tutta Europa e anche in America. Nascono metodi, teorie grafologiche, che sfruttano anche l’aiuto di altre discipline emergenti, quali la fisiologia, la psicologia, ecc…
In Italia è grazie a un frate francescano, Girolamo Moretti, che nasce la grafologia come disciplina che studia la grafia come gesto grafico, come prodotto cerebrale, come manifestazione grafica di una persona e quindi “impronta” individuale e irripetibile.